Osservatorio regionale della Cultura. Nota 2/2023 | A cura di S. Iommi
Quote importanti degli investimenti previsti dal PNRR e dal PNC sono dedicate al recupero e alla valorizzazione del patrimonio culturale e all’ammodernamento delle imprese turistiche.
Entrambi i settori sono strategici per la Toscana, oltre che per l’Italia più in generale, sia dal punto di vista economico, per le opportunità di lavoro e reddito che offrono, sia da quello sociale in senso lato, per le occasioni di crescita del capitale umano e della qualità dell’offerta di tempo libero.
Il PNRR ha una governance complessa, innanzitutto perché prevede uno scadenzario molto stringente di riforme e investimenti, in secondo luogo perché implica una governance multilivello, che include le strutture nazionali (Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministeri), gli enti locali (Regioni, Province, Comuni) e gli operatori economici (imprese) e non-profit sui territori, quali soggetti attuatori. Questi ultimi, di fatto, devono essere in grado di partecipare ai bandi pubblicati dai diversi ministeri di riferimento (nello specifico, il Ministero della Cultura e quello del Turismo).
Le scadenze temporali inizialmente fissate hanno previsto la pubblicazione dei bandi per gli enti locali entro il 2022, l’avvio dei cantieri entro il 2023 e la conclusione dei lavori entro il giugno 2026. Non sarà facile, però, rispettare tali tempi.
La distribuzione tematica e, in parte, quella territoriale sono vincolate dal documento di programmazione. Per il primo aspetto, infatti, vale la programmazione distinta per le 6 missioni e, al loro interno, per le diverse componenti e linee di finanziamento. Per il secondo aspetto, invece, è prevista una riserva di almeno il 40% delle risorse a favore delle regioni del Sud, a causa della maggiore fragilità economica che le caratterizza.
All’interno della cornice così delineata, in questa nota si analizzano le specificità della componente “cultura e turismo”.
Iniziamo dalle risorse. Quelle di fonte PNRR ammontano per l’Italia a 4,3 miliardi per la cultura (che salgono a 5,7 includendo il PNC) e 2,4 miliardi per il turismo. In totale per cultura e turismo si arriva quindi a 8,1 miliardi. La componente culturale prevede in generale interventi di manutenzione, messa in sicurezza, efficientamento energetico e modernizzazione dei beni culturali di varia natura, mentre la componente turismo sostiene principalmente la digitalizzazione delle imprese turistiche.
Passiamo poi alle scadenze. Dai dati sul grado di realizzazione elaborati a scala nazionale da Openpolis e aggiornati al 1° marzo 2023, gli ambiti cultura e turismo appaiono leggermente sopra la media e, quindi, avviati in modo soddisfacente.
Arrivando alla distribuzione tematica e territoriale, i bandi per i quali è stata pubblicata una graduatoria sono al momento 5 (rimozione barriere, efficientamento strutture, attrattività borghi, valorizzazione parchi e giardini, transizione digitale operatori). Complessivamente la Toscana, nonostante la riserva a favore del Sud, si colloca nelle prime posizioni, dimostrando così una buona capacità di risposta, piuttosto diffusa sui suoi territori.
Dati più aggiornati (al 1° giugno 2023), disponibili solo per la Toscana, consentono di approfondire l’analisi. Le risorse finora assegnate all’ambito cultura e turismo ammontano al momento a quasi 370 milioni di euro, cui secondo stime IRPET se ne potrebbero aggiungere ancora 45 a regime. Rispetto ad altri ambiti tematici, quello della cultura e del turismo presenta alcune peculiarità: è relativamente più diffuso sul territorio, probabilmente trainato dal policentrismo dei siti culturali e di interesse turistico della regione, è caratterizzato da interventi di importo medio più contenuto (conseguenza del policentrismo) e dalla maggiore incidenza di contributi e incentivi a imprese e soggetti non-profit.
Alle ricadute positive connesse in generale a tutti gli investimenti, gli interventi per cultura e turismo sommano dunque la loro diffusione territoriale, anche a favore delle aree interne, in questo rispondendo a uno degli obiettivi di fondo del Next Generation UE, quello della riduzione dei divari territoriali, che accompagna le più generali finalità legate a digitalizzazione e transizione ecologica.
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