Il turismo congressuale tra competizione globale e modelli organizzativi territoriali. Prospettive per la Toscana

Le nuove sfide competitive della globalizzazione e l’attuale crisi economica hanno riportato al centro dell’attenzione i grandi aggregati territoriali, che ritornano a esser individuati come i principali artefici dello sviluppo economico. In passato...

a cura di Stefano Casini Benvenuti (IRPET*) e Zeno Rotondi (UniCredit)


*con la collaborazione di Enrico Conti e Local Global nelle persone di Alessandro Borgioli e di Andrea Manuelli

Le nuove sfide competitive della globalizzazione e l’attuale crisi economica hanno riportato al centro dell’attenzione i grandi aggregati territoriali, che ritornano a esser individuati come i principali artefici dello sviluppo economico. In passato il concetto di competizione veniva utilizzato soprattutto per le imprese ed era considerato un cardine dell’economia di mercato. Il processo di globalizzazione ne ha dilatato il significato, estendendolo anche ai territori, intesi come sistemi economico-sociali più o meno capaci di creare al proprio interno le condizioni per lo sviluppo economico. Ciò ha due implicazioni: da una parte, sostenere le imprese locali, dall’altra attirare nuovi investimenti imprenditoriali e capitale umano dall’esterno, in competizione con altri territori nel mondo. Nel turismo congressuale, per sua natura, la dinamica competitiva tra territori è ancora più accentuata che in altri settori industriali e richiede una significativa capacità di coordinamento a livello di sistema territoriale al fine di valorizzare e rafforzare i fattori locali di vantaggio competitivo. Quest’ultimi, da un lato, sono costituiti da forme di esternalità complesse che non derivano soltanto dagli investimenti infrastrutturali che si realizzano, ma anche dalle interazioni tra questi e il contesto strategico e organizzativo in cui si muovono le imprese e i soggetti locali, e, dall’altro, dipendono dalla capacità dei soggetti locali di produrre tali esternalità e sfruttarle. In tale contesto il convention bureau può costituire dunque un “facilitatore” di coesione e integrazione tra le realtà produttive, turistiche e culturali. Infatti il turismo congressuale è una filiera complessa che, attivando potenzialmente una pluralità di settori industriali e di servizi avanzati, richiede competenzemanageriali altamente specializzate. In quest’ottica il convention bureau coordina i diversi soggetti della filiera per sviluppare sinergie e creare le condizioni per l’attrazione di segmenti di domanda, di sponsor e investitori. Un convention bureau regionale per la Toscana –elemento distintivo di questo volume– avrebbe dunque l’obiettivo di inserirsi all’interno di un territorio vocato al turismo, armonizzando l’offerta congressuale che proviene dalle diverse realtà locali.

Scheda libro Rubbettino-Collana Studi UniCredit