A cura di T. Ferraresi, S. Iommi e D. Marinari
Il documento è stato commissionato all’IRPET dall’Autorità di Gestione del POR FESR 2014-2020 di Regione Toscana ed è stato curato dal gruppo di lavoro composto da Tommaso Ferraresi, Sabrina Iommi e Donatella Marinari nell’ambito dell’Area di ricerca Sistemi locali, cultura e turismo coordinata da Sabrina Iommi. Hanno collaborato Marco Mariani e Renato Paniccià. La rilevazione delle imprese è stata curata da IZI-Metodi, Analisi e Valutazioni economiche S.p.A.. Editing a cura di Elena Zangheri.
Scopo del lavoro è fornire un approfondimento di analisi su specializzazioni, dimensioni, relazioni, punti di forza e criticità dei sistemi di imprese localizzati nelle aree interne, al fine di supportare la costruzione di strategie di sviluppo efficaci.
Il lavoro è composto di due parti.
La prima ha previsto l’utilizzo della modellistica input-output IRPET per quantificare, in termini di valore aggiunto e occupati, il contributo delle aree interne all’economia regionale e, soprattutto, per evidenziare le relazioni che connettono tali aree al resto del territorio regionale, sia in termini di scambi intermedi tra settori produttivi, che in termini di flussi pendolari per motivi di lavoro.
L’analisi ha consentito di evidenziare l’eterogeneità delle aree, che differiscono per contributo al PIL regionale, per specializzazioni e intensità delle relazioni. Complessivamente, tuttavia, queste aree confermano un profilo di vulnerabilità economica: i loro sistemi produttivi sono poco in grado di intercettare autonomamente la domanda finale esterna e vengono piuttosto “attivati” dagli altri SLL regionali, inoltre, essi hanno una dipendenza piuttosto elevata dagli altri SLL toscani nel generare i redditi da lavoro per i propri residenti.
La seconda parte ha comportato una rilevazione diretta sulle imprese localizzate nelle aree interne e operanti in tre settori particolarmente caratterizzanti per la loro economia: agricoltura, manifattura, turismo. E’ stato intervistato un campione di 1.036 imprese, che ha consentito una rappresentatività statistica per macro-settore di attività (permettendo anche di distinguere tra imprese esclusivamente agricole e agrituristiche) e per macro-tipologie territoriali (Nord vs Sud, aree intermedie vs aree periferiche e ultra-periferiche). I temi trattati nella rilevazione attengono: i) alle ragioni della scelta localizzativa, ii) alle difficoltà specifiche del contesto, iii) all’orientamento dell’imprenditore verso gli investimenti in innovazione e sostenibilità, iv) ai principali ostacoli che si oppongono alle decisioni di investimento.
I principali risultati possono essere così sintetizzati. Le localizzazioni, come avviene tipicamente per le PMI, sono legate alla storia individuale e familiare degli imprenditori, tuttavia, ciò che preoccupa sono i bassi tassi di natalità di nuove attività imprenditoriali, che non consentono il ricambio fisiologico delle imprese in cessazione e comportano un progressivo ridursi della base produttiva. Le politiche devono accrescere l’attrattività di queste aree verso nuovi residenti e nuove attività produttive. In merito alla propensione a investire, adottando un’accezione ampia della tipologia degli investimenti, si evidenzia il ruolo cruciale svolto soprattutto da agriturismi e aziende agricole nel recupero, manutenzione e valorizzazione del patrimonio ambientale e costruito tradizionale. Ciò implica anche un orientamento degli interventi verso obiettivi di sostenibilità ambientale. Le principali difficoltà ad investire sono legate alla scarsa disponibilità di risorse proprie e all’eccessivo carico burocratico per l’accesso agli incentivi pubblici.