Nota congiunturale 27/2024 di S. Turchetti e V. Patacchini
In Toscana il 2023 è stato il secondo anno più caldo dal 1961, dopo il 2022. Tutti i mesi dell’anno hanno fatto segnare temperature anomale sopra la media, tranne aprile (-0,6°C sotto la media). Le piogge sono state quantitativamente nella media, ma concentrate nel periodo primaverile e, successivamente, nei primi di novembre. Le condizioni climatiche avverse hanno avuto ricadute negative sui livelli produttivi, soprattutto per alcuni ordinamenti. Nel 2023 la produzione agricola toscana a prezzi correnti è rimasta stabile rispetto al 2022, nonostante una caduta in termini reali del 3,9%.
La performance è stata pesantemente condizionata dalla stagione negativa delle coltivazioni legnose agrarie, a eccezione del vivaismo, che è riuscito a mantenere livelli di produzione analoghi al 2022. Come vedremo nei prossimi paragrafi, olivicoltura e vitivinicoltura hanno sofferto particolarmente, ma anche la frutticoltura non è andata bene.
L’altro elemento che ha condizionato la stagione è stato il rientro del processo inflazionistico che aveva influenzato le due stagioni precedenti. L’effetto netto della contrazione dei costi e dei prezzi non è stato lo stesso per tutti gli ordinamenti produttivi. In alcuni casi, la concomitanza tra il rientro della spirale inflazionistica e altri eventi ha determinato una certa instabilità dei mercati, come nel caso di quello suinicolo.