Trimestrale di informazione dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro
Nel secondo trimestre del 2020 in Italia il Pil ha subito una riduzione di entità eccezionale (-12,8% rispetto al trimestre precedente e -17,7% nei confronti del secondo trimestre del 2019); alla contrazione dell’attività produttiva ha corrisposto una decisa riduzione dell’input di lavoro in termini di ULA2 (-17% su base annua) e dell’occupazione (-3,4%).
In Toscana il tasso di occupazione tra 15 e 64 anni ha perso 1,6 punti rispetto al secondo trimestre 2019 (da 67,3 a 65,7); particolarmente colpite le donne il cui tasso scende di 2,7 punti. Il lavoro dipendente, misurato in addetti3, diminuisce del 4,6% rispetto al corrispondente periodo 2019. Sono stati i contratti a termine a determinare questo risultato mentre il lavoro stabile, anche per il blocco dei licenziamenti economici, mostra ancora variazioni leggermente positive. Il fermo delle attività economiche ha congelato le assunzioni e gli avviamenti sono diminuiti del 51%, 119mila contratti in meno. Il numero di ore di cassa integrazione guadagni autorizzate tra marzo e giugno 2020 è pari a 132 milioni valore più che doppio del totale 2014, anno del massimo utilizzo di CIG osservato negli anni pre Covid. Le riaperture della quasi totalità delle attività economiche nel corso del mese di maggio hanno fatto ripartire gli avviamenti e a giugno i dipendenti registrano un aumento di 14mila unità (+1,3%) rispetto alla media del mese di aprile, di questi 11mila sono però tempi determinati nei servizi turistici essenzialmente nelle zone balneari. Considerando che il 30 giugno sono scaduti circa 17mila contratti della scuola, che luglio e agosto non sono mesi di assunzioni per industria e terziario e che i contratti del turismo balneare andranno a scadere tra settembre e ottobre il numero complessivo di dipendenti potrebbe tornare ai livelli di aprile.
Il Dpcm del 26 aprile, primo decreto della “fase 2”, inaugura le riaperture progressive e graduali dopo il lockdown da pandemia di Covid-19 iniziato l’11 marzo. Dal 4 maggio si allentano le maglie per manifattura per l’export, cantieri pubblici e commercio all’ingrosso. Segue il decreto del 17 maggio che, a partire dal giorno successivo, consente la ripresa, a determinate condizioni, di tutte le attività economiche e produttive, senza più distinzioni tra i codici Ateco loro attribuiti. Dal 3 giugno sono nuovamente consentiti gli spostamenti sul territorio nazionale e tra paesi UE. Un ritorno alla normalità, dunque, che ha fatto sperare in un rapido e visibile impatto sul mercato del lavoro. Nulla però è accaduto, solo la stagione del turismo balneare ha prodotto occupazione in misura sensibile, ma questa è destinata a cessare tra settembre e metà ottobre. La fine di giugno ha visto inoltre, come tutti gli anni, la chiusura dei contratti a termine della scuola, in misura pari al numero di posti di lavoro creati nelle aree costiere della regione. L’unico settore che, tra giugno e agosto, ha un numero di dipendenti superiore ai livelli del 2019 è quello delle costruzioni, a seguito della ripartenza di attività quali i cantieri anti-dissesto idrogeologico o per l’edilizia residenziale pubblica, scolastica e penitenziaria, ma il suo contributo positivo è troppo piccolo per influenzare il risultato complessivo. Al 31 agosto il numero totale di dipendenti in regione è allo stesso livello di fine aprile 2020. Sulle prospettive per l’autunno e l’inizio del nuovo anno pesano la situazione internazionale, con la crescita dei contagi in importanti nazioni europee nonché negli USA, e la “spada di Damocle” della fine del blocco dei licenziamenti economici.
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