Dall’addizionale Irpef alla sovraimposta: i possibili effetti sui comuni della Toscana

Nota di lavoro 8/2022 di C. Ferretti e P. Lattarulo

Una delle fonti di finanziamento dei servizi locali, comunali e regionali, è ad oggi rappresentata dall’addizionale regionale all’Irpef, un importante strumento di autonomia fiscale. Gli enti, infatti, hanno la possibilità di utilizzare propri spazi di manovra, in primo luogo, scegliendo l’aliquota all’interno di un range predeterminato o articolando le aliquote per scaglioni e, in secondo luogo, attraverso l’applicazione di esenzioni per particolari fasce di reddito. L’attuale sistema consente, dunque, agli enti locali di adattare il prelievo alle necessità di copertura dei bilanci, anche agendo sulla progressività dell’imposta.

Il disegno di legge delega per la revisione del sistema fiscale, approvato dal Consiglio dei Ministri nell’ottobre scorso, si muove, invece, nella direzione di ricondurre nelle mani del governo centrale la funzione redistributiva, secondo quanto indicato dai principi originari del federalismo. In particolare, il DDL fiscale, alla lettera c) dell’articolo 7), stabilisce la sostituzione dell’addizionale comunale all’Irpef con una sovraimposta, la cui aliquota di base, in analogia con il sistema vigente, potrà essere manovrata dai Comuni entro limiti prefissati. Con la sovraimposta cambia la base imponibile di riferimento, non più il reddito prodotto ma il debito d’imposta, e viene meno la possibilità di utilizzare scaglioni di reddito e di introdurre soglie di esenzione per particolari categorie di contribuenti.

Per altri versi, invece, nonostante l’ambiguità del testo di legge, che per ora si è pronunciato solo in termini molto generali, la riforma sembra voler mantenere il nuovo assetto il più possibile aderente al precedente, garantendo al comparto nel suo complesso e a ciascun Comune sia lo stesso gettito riscosso con l’addizionale che analoghi spazi di manovra.

Seppur in un’ottica di tutela dei gettiti preesistenti, la riforma può comunque generare implicazioni rilevanti conseguenti sia alla diversa base imponibile che agli spazi di manovra. La base imponibile della nuova sovraimposta, conseguita attraverso la struttura di progressività dell’Irpef nazionale sarà, infatti, proporzionalmente più elevata di quella precedente nei Comuni più ricchi rispetto ai Comuni con livelli di reddito più bassi. Pur volendo mantenere il gettito invariato per singolo Comune, le aliquote dei primi saranno pertanto relativamente più basse dei secondi, con conseguenze – come si vedrà tra breve – sui margini di manovra e quindi sulla pressione fiscale potenziale.

Nel seguito del testo si analizzano le implicazioni che il passaggio alla sovraimposta potrà determinare sui Comuni toscani, sulla base dell’ipotesi di invarianza di gettito a livello nazionale.

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