Nota congiunturale 12/2022 a cura di Sara Turchetti
Nota congiunturale 12/2022 | Ottobre
A cura di Sara Turchetti
L’obiettivo di questa nota è presentare alcuni risultati dell’annata agraria 2021, relativi alla produzione e al lavoro agricolo in Toscana. Le aspettative di ripresa per il 2021, soprattutto per le attività più colpite dalla pandemia, ovvero quelle vitivinicole, floro-vivavistiche e secondarie (agriturismo, trasformazione dei prodotti, energia, ecc.) erano più che ottimistiche all’inizio dell’anno. Purtroppo si sono scontrate con condizioni climatiche avverse e il progressivo aumento dei prezzi degli input nella seconda parte dell’anno.
Infatti, il 2021, pur non presentandosi, in media, come un anno particolarmente anomalo dal punto di vista delle temperature, è stato caratterizzato da temperature invernali elevate, seguite poi da gelate primaverili e da un’estate e un autunno siccitosi, che hanno inciso negativamente sui volumi di produzione. Inoltre, gli aumenti dei prezzi dei prodotti energetici hanno determinato un generalizzato incremento dei consumi intermedi, che, soprattutto per alcune produzioni, ha frenato le possibilità di crescita.
La ripresa dell’agricoltura toscana, particolarmente colpita dall’annus horribilis della pandemia per la sua specifica struttura produttiva, è risultata più lenta rispetto a quella delle altre agricolture regionali, mancando, così, l’obiettivo di recupero dei livelli produttivi del 2019. Inoltre, la guerra in Ucraina, scoppiata all’inizio del 2022, ha ulteriormente aumentato il livello di incertezza del contesto internazionale, ridotto l’offerta globale di cibo e, in particolare, di alcune commodities alimentari, e spinto ulteriormente in alto i prezzi.
Ciò spiega, in parte, le maggiori difficoltà di ripresa nel confronto con il resto d’Italia, in cui la produzione agricola è cresciuta del 6,3%, a fronte di una crescita di quella toscana del 3,4%. Inoltre, in alcune regioni, soprattutto quelle meridionali, ma anche centrali, come le Marche, l’aumento dei consumi intermedi è stato meno pronunciato che in Toscana, consentendo rilevanti incrementi del valore aggiunto.