Ricerca curata da M. Macchi, con la collaborazione di M. Mariani e S. Bertini
Questo studio è stato commissionato all’IRPET dall’Autorità di Gestione del POR FESR 2014-2020 di Regione Toscana. Il lavoro è stato curato da Marika Macchi con la collaborazione di Marco Mariani nell’ambito dell’Area di ricerca Sistemi produttivi e imprese diretta da Simone Bertini, che lo ha coordinato.
Negli ultimi tre anni l’intera economia mondiale si è trovata a far fronte a crisi di diversa natura e origine. Iniziata come crisi sanitaria, la diffusione del Covid-19 si è presto trasformata in crisi sindemica, registrando in maniera consecutiva shock di domanda e offerta, shortage di commodity, modificazioni strutturali e organiche di interi comparti produttivi. Il 2020 è stato considerato come l’anno del black swan event, capace di bloccare intere economie, di chiudere interi Paesi con lockdown pressoché assoluti, e di limitare i flussi internazionali di persone e merci con effetti impensabili fino all’anno precedente.
Per quanto riguarda i flussi di merci, che sono il principale focus del lavoro, è sicuramente significativo il dato ISTAT per il trimestre marzo-maggio 2020, quello che in Italia ha rappresentato la prima e più completa politica di chiusura, e in cui le esportazioni sono diminuite del 29% e le importazioni del 27% rispetto al solo trimestre precedente. La sospensione delle attività produttive introdotta dai decreti governativi ha colpito in maniera ancora più consistente, sia pur con alcune differenze di comparto, le imprese esportatrici (76,6% contro il 73,8% delle imprese non export) e tra queste le microimprese (3-9 addetti), che rappresentano il 60% dei casi di imprese che hanno visto dimezzare il proprio fatturato. Tuttavia, nonostante il forte impatto delle politiche di contenimento del virus, le imprese esportatrici sono quelle che sembrano aver mantenuto posizioni più solide e meno esposte a rischi operativi nell’immediato (ISTAT,2020). (…)