Rapporto curato da R. Secomandi, con la supervisione scientifica di L. Rizzo e P. Lattarulo
Il rapporto è stato curato da Riccardo Secomandi (Università degli studi di Ferrara) con la supervisione scientifica di Leonzio Rizzo (Università degli studi di Ferrara) e Patrizia Lattarulo (coordinatrice dell’Area Economia pubblica e territorio di IRPET)
Le infrastrutture digitali sono uno dei fattori più importante per lo sviluppo economico dei territori (Czernich et al., 2011), in particolar modo nelle aree periferiche e rurali (Salemink et al., 2017). In Italia il divario digitale tra territori (c.d. digital divide), nonostante i recenti investimenti pubblici, effettuati grazie anche ai fondi europei, rimane molto ampio (Matteucci, 2020). Le norme restrittive della mobilità che si sono succedute per via del Covid-19 hanno fatto riemerge il problema del digital divide, in particolar modo influenzando le possibilità di svolgere per i cittadini le attività lavorative in smart working o seguire le lezioni didattiche a distanza (Zuddas, 2020).
Sebbene i Comuni non siano i diretti gestori o beneficiari dei fondi pubblici per la costruzione delle nuove infrastrutture per la banda larga o ultra-larga, essi hanno un ruolo decisivo in diversi aspetti procedurali: autorizzazioni, programmazione e coordinamento degli scavi per la posa delle reti e l’offerta di proprie strutture per facilitare la posa della fibra ottica (ANCI, 2018). (…)
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