Nonostante sia uno dei principali servizi scambiati a livello internazionale, il turismo rimane trascurato nei dibattiti sull’integrazione europea e sui modelli di crescita. Il lavoro di Donato di Carlo e Reto Bürgisser, che si concentra sui paesi dell’Europa meridionale e mediterranea, evidenzia l’emergere nel decennio precedente il Covid-19 di una crescita trainata dal turismo. Il processo di integrazione europea si profila come un’arma a doppio taglio, che ha contemporaneamente incentivato e costretto le economie dell’Europa del sud a sfruttare il loro vantaggio comparativo nel comparto turistico. Da un lato l’integrazione europea ha creato le precondizioni per l’espansione del turismo intraeuropeo, dall’altro l’integrazione monetaria ha impedito una gestione delle variabili e degli effetti macroeconomici. Dopo la crisi della zona euro, la svalutazione interna e l’austerità fiscale, depotenziando i fattori di crescita interni, hanno indotto i governi a perseguire una strategia di crescita guidata dalle esportazioni. Il lavoro documenta l’emergere di attivi consistenti nella bilancia dei pagamenti legati all’aumento senza precedenti, nell’Europa meridionale, dei flussi turistici provenienti dai paesi core dell’Unione monetaria europea e dal Regno Unito. Pertanto, mentre nell’Unione Europea coesistono diverse strategie di crescita guidate dalle esportazioni, l’eccessiva dipendenza dell’Europa del sud dal turismo internazionale per la crescita comporta gravi insidie. |
Segreteria organizzativa: Elena Zangheri – segreteria.convegni@irpet.it
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