I territori fragili in Toscana: tra rischio idrogeologico e spesa pubblica

Nota di lavoro 26/2023 di C. Agnoletti, C. Ferretti e S. Turchetti

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Questa nota mira a restituire un quadro della fragilità territoriale delle regioni italiane, in particolare della Toscana, in termini di esposizione al rischio idrogeologico e degli strumenti messi in campo dalle amministrazioni pubbliche per contenerlo. Il primo paragrafo si concentra sulla quantificazione e la localizzazione del rischio idrogeologico in Italia, mentre nel secondo paragrafo si descrivono le risorse pubbliche destinate all’assetto territoriale e alla salvaguardia ambientale. Infine, l’ultimo paragrafo si concentra sul legame tra abbandono dell’attività agricola e aumento del rischio idrogeologico e sulle risorse della Politica Agricola Comune (PAC) destinate a contrastarlo.

Il dissesto idrogeologico, le cui manifestazioni più frequenti sono frane e alluvioni, rappresenta uno dei fenomeni che espone maggiormente a rischio la popolazione. Il livello di esposizione dipende sia dalle caratteristiche naturali del territorio, in particolare morfologiche, geologiche e idrografiche, sia dall’azione antropica che può aggravare, anche pesantemente, una condizione di fragilità originaria. Le azioni dell’uomo che possono avere dei riflessi negativi sulla tenuta idrogeologica vanno dall’impermeabilizzazione dei suoli legata all’antropizzazione del territorio (costruzione di infrastrutture, di insediamenti, etc.), specie nelle aree fragili, all’abbandono dei territori agricoli, fino al disboscamento dei versanti collinari o montani.

Mentre sul fronte del monitoraggio e della conoscenza delle caratteristiche dei fenomeni legati al dissesto idrogeologico sono stati fatti molti progressi, come testimonia l’attenzione crescente al contenimento del consumo di suolo e alle pratiche di rigenerazione, sul fronte delle politiche di prevenzione si evidenzia una perdurante inerzia, specie in merito all’ammontare delle risorse finanziarie stanziate. Gli interventi per la prevenzione, infatti, hanno subito per anni la contrazione che ha colpito in generale tutti gli investimenti pubblici e continuano oggi a essere uno degli ambiti individuati per il definanziamento dei fondi PNRR. Ciò comporta il venir meno delle opere di manutenzione dei territori, con un ulteriore aumento dei rischi di frane e alluvioni.

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