A cura di G. Garbini
La ricerca, collocata nell’ambito delle attività comuni di IRPET con Regione Toscana, è stata curata da Giada Garbini, all’interno dell’Area di ricerca Economia Pubblica coordinata da Patrizia Lattarulo. Editing a cura di Elena Zangheri
“I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”. Recita così la Costituzione italiana all’art. 34. Il dettato costituzionale stabilisce dunque che spetta alla Repubblica rimuovere gli ostacoli socioeconomici che limitano di fatto l’uguaglianza dei giovani nell’accesso all’istruzione terziaria. In altre parole, la Repubblica deve garantire il diritto allo studio universitario (DSU) a tutti i cittadini non solamente da un punto di vista formale, ma anche e soprattutto sostanziale. Le borse di studio sono lo strumento concreto che consente a uno studente meritevole ma proveniente da un contesto economico svantaggiato di non rinunciare all’università e proseguire il proprio percorso di studi dopo il diploma di scuola superiore di II grado. Non è raro, però, che tale linea di principio si scontri con problemi di insufficienza di fondi: non sempre uno studente idoneo alla borsa di studio ne è anche beneficiario. La borsa di studio si sostanzia nella ricezione di una quota monetaria, nella fruizione a titolo gratuito di alcuni servizi, come ad esempio la ristorazione, e nell’esonero totale dal pagamento sia delle tasse universitarie che della tassa regionale per il diritto allo studio. Dal mese di ottobre gli studenti vincitori possono usufruire dei servizi connessi alla borsa, ma non della somma di denaro loro spettante, che verrà erogata a rate di ugual misura ad anno accademico avanzato entro le date prestabilite dal bando di concorso.
Viste le tempistiche, la borsa di studio sembra dunque quasi assumere la funzione di rimborso spese. Anche gli studenti idonei ma non beneficiari godono dell’esenzione dalle tasse universitarie, compresa quella regionale per il diritto allo studio. (…)