Il disagio abitativo in Toscana e i riflessi sulla povertà delle famiglie

Ricerca curata da C. Agnoletti, M. L. Maitino, C. Ferretti

Il rapporto è stato curato da Chiara Agnoletti, Maria Luisa Maitino e Claudia Ferretti. Lo studio è parte delle attività istituzionali IRPET-Regione Toscana per l’anno 2023. Hanno contribuito all’ideazione del lavoro Patrizia Lattarulo e Nicola Sciclone.

Il disagio abitativo è un fenomeno fortemente legato al sistema dei bisogni e di valori espresso dalla popolazione e dal contesto economico e sociale in cui si radica. E’ per tale ragione che le forme assunte dal disagio abitativo si sono modificate nel tempo parallelamente alle evoluzione demografiche ed economiche, tanto da assumere oggi una accezione molto ampia che racchiude molti aspetti. Il disagio abitativo comprende le criticità legate sia all’acquisto che all’affitto dell’abitazione, da parte di vari segmenti di popolazione (famiglie, coppie giovani, studenti, anziani, ecc.) sia le difficoltà connesse al sostentamento delle spese per l’abitazione, primo tra tutti il costo per il riscaldamento dell’alloggio sia infine, una accezione più ampia, la mancanza di servizi essenziali in alcuni contesti territoriali. Alle criticità legate al reperimento sul mercato di un alloggio, sia per l’acquisto che per l’affitto, le famiglie hanno fatto fronte ricorrendo a soluzioni sub-ottimali quali abitazioni sottodimensionate rispetto alle proprie esigenze, alloggi non adeguatamente mantenuti nel tempo, localizzazioni molto periferiche oppure hanno ripiegato su un eccessivo ricorso all’indebitamento.
La Toscana è tra le regioni con la più alta incidenza del costo dell’abitare sui redditi familiari, risentendo del livello dei prezzi delle abitazioni tra i più elevati a livello italiano e con la varianza interna tra più le più basse, cosicché la decurtazione dei redditi dovuta ai costi dell’abitare è alta e diffusa nelle diverse aree della regione. Se da un lato l’alta percentuale di proprietà dell’abitazione salvaguarda alcune fasce di popolazione (es. i pensionati e la popolazione anziana) e costituisce per molti una fonte di reddito integrativo (legata alla forte vocazione turistica della nostra regione), nondimeno la difficoltà di adeguare il patrimonio esistente alle esigenze contemporanee così come la sua appetibilità per usi economici legati ai soggiorni temporanei, ne rendono difficile l’accessibilità specie alle fasce di popolazione economicamente più vulnerabili.
Parallelamente alle evoluzioni che hanno interessato il disagio abitativo, anche le politiche pubbliche hanno cercato di adeguarsi a tali cambiamenti dirottando progressivamente le risorse dalla costruzione di nuovo alloggi, totalmente o parzialmente pubblici, alle forme di sostegno finanziario per i redditi meno agiati per coprire, almeno in parte, i costi abitativi. Nonostante le politiche intraprese fino ad oggi, il disagio abitativo resta per diversi segmenti di popolazione e per molti territori una emergenza. Da questo punto di vista un canale di investimento importante è quello offerto dalle misure contenute nel Pnrr che dedica un ammontare di risorse non trascurabile alla rigenerazione urbana e anche, in quota parte, alla riqualificazione dell’edilizia pubblica e all’ampliamento dell’offerta di alloggi per studenti. (…)

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