a cura di G. De Santis (Neodemos e Università degli studi di Firenze) e società Local Global S.a.s. Studio redatto nell'ambito delle attività dell’Osservatorio regionale per l’Immigrazione coordinato da N. Sciclone.
Il presente lavoro è stato impostato e redatto da Gustavo De Santis (Neodemos e Università degli studi di Firenze) e dalla società Local Global S.a.s., nell’ambito delle attività dell’Osservatorio regionale per l’Immigrazione coordinato da Nicola Sciclone.
Le migrazioni internazionali sono, per loro natura, un fenomeno difficilissimo da prevedere, anche perché sensibilmente influenzate da scelte politiche di maggiore apertura o chiusura delle frontiere. Tuttavia, dato l’interesse della materia, e data la scarsa scientificità degli approcci al tema, prevalentemente orientati da pregiudizi ideologici, appare opportuna qualche riflessione sul tema, ancorata ai dati disponibili, con particolare attenzione ai movimenti dall’Africa verso l’Europa, nel corso dei prossimi 30 anni. Le previsioni UN sul futuro delle migrazioni appaiono troppo prudenti: in realtà esse saranno probabilmente dalle due alle tre volte più intensi. In questa direzione spingono la realtà demografica (espansione e prevalenza di giovani in Africa; declino e invecchiamento in Europa), quella economica (con forti divari), e lo sviluppo dei sistemi di trasporto e dei canali di informazione.
La migrazione dall’Africa all’Europa, però, più che un problema è un’opportunità, per entrambe le sponde del Mediterraneo: se contenuta entro dimensioni ragionevoli, nell’ordine delle 6-900mila unità all’anno, può contribuire a alleviare le prevedibili difficoltà di entrambi gli aggregati.