Report a cura di S. Iommi
Il presente lavoro è stato commissionato a IRPET dalla V Commissione del Consiglio Regionale della Toscana, competente sui temi dell’istruzione e della cultura e presieduta da Cristina Giachi. Si tratta di uno strumento conoscitivo a supporto della programmazione delle attività della Commissione e della revisione della L.R. 21/2010 “Testo Unico delle disposizioni in materia di beni, istituti e attività culturali”.
Il report include un primo capitolo di lettura del settore tramite le fonti statistiche ufficiali e due capitoli successivi di analisi dei dati ricavati tramite indagine diretta. I questionari sono stati elaborati con la collaborazione dei componenti della V Commissione, dei funzionari della Direzione Regionale Cultura, degli operatori della Fondazione Sistema Toscana, nonché dei rappresentanti delle categorie sindacali.
Le elaborazioni dei dati e il testo, a cura di IRPET, sono di Sabrina Iommi.
La rilevanza del comparto delle attività culturali per la Toscana è ben nota. Grazie alla ricchezza del suo patrimonio culturale, la regione e in particolare le sue città d’arte, a partire da Firenze, attraggono ogni anno imponenti flussi turistici internazionali, che contribuiscono in modo significativo all’economia regionale, con un peso stimato attorno al 12% del PIL.
Gli effetti indiretti della cultura sono tuttavia ancora più ampi. Il prestigio culturale della regione svolge un importante ruolo di brand per molte altre attività produttive, a partire da quelle a più alto contenuto artistico e creativo, come la moda, tuttora ambito di specializzazione dell’economia toscana. Inoltre, i consumi culturali dei residenti hanno importanti effetti sistemici positivi, poiché agiscono come moltiplicatore degli investimenti in istruzione, accrescendo la qualità del capitale umano e la propensione all’innovazione, e producono importanti ricadute in termini di coesione sociale e benessere individuale, contribuendo al modello toscano del “buon vivere”.
Se gli effetti positivi della cultura sono noti, altrettanto conosciute sono le criticità che riguardano i lavoratori del settore. C’è innanzitutto un problema dimensionale, perché a parità di dotazione di patrimonio culturale, la Toscana (e in generale l’Italia) sviluppa un numero minore di opportunità di lavoro rispetto alle regioni europee più sviluppate. C’è poi un problema di qualità del lavoro, visto che tra i lavoratori della cultura sono molto frequenti il lavoro autonomo, i contratti temporanei, i part-time involontari e il multiple job holding (svolgimento contemporaneo di più lavori). Un problema che diventa ancora più grave se confrontato con le caratteristiche tipiche dei lavoratori della cultura, tra i quali l’incidenza dei laureati è elevata. Spesso si tratta di donne e di giovani.
Obiettivo del presente lavoro è quello di approfondire caratteristiche e criticità del lavoro nei settori culturali in Toscana. Nel primo capitolo si ricostruiscono nel dettaglio i funzionamenti dei principali settori culturali, utilizzando le fonti statistiche ufficiali, integrate con i dati amministrativi provenienti dalle Comunicazioni Obbligatorie di lavoro. Nei successivi capitoli, invece, si approfondiscono ulteriormente alcuni aspetti sfruttando i dati derivanti dalle indagini dirette promosse dalla V commissione del Consiglio Regionale Toscano, nell’ambito dell’iniziativa degli Stati Generali della Cultura. Si tratta di tre diversi questionari, indirizzati a organizzazioni, liberi professionisti e lavoratori dipendenti della cultura, disponibili online sul sito appositamente creato per l’evento. Essendo lasciati alla libera partecipazione degli operatori della cultura, i dati ricavati non hanno rappresentatività statistica, ma l’elevata numerosità di risposte raccolte consente comunque di approfondire alcuni temi rilevanti in merito a questioni organizzative, professionalità giudicate strategiche, attività svolte e condizioni lavorative.
Questa lettura a più fonti consente di tracciare alcune peculiarità dei settori culturali. (…)
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