Rapporti e Ricerche
Nei mesi di giugno e luglio 2018 Irpet ha svolto un’indagine tra le imprese toscane della manifattura e dei servizi sul tema del mismatch, da cui emerge un gruppo di aziende secondo le quali il problema non esiste (40,4%) a fronte di un altro più numeroso (59,6%) che invece percepisce il mismatch inteso come difficoltà a trovare le figure professionali ricercate. Tale percezione, che non sempre si trasforma in una impossibilità di assumere, può influenzare negativamente le politiche di reclutamento, diminuendo la fiducia delle imprese nel mercato del lavoro regionale. All’interno del gruppo che percepisce il mismatch troviamo poi un 16% di imprese che ha aperto negli ultimi tre anni posizioni rimaste a lungo vacanti.
La questione del mismatch, dal punto di vista del sistema produttivo, viene principalmente ricondotta all’inadeguatezza delle competenze e, in seconda battuta, al ridotto numero di candidati, in particolare nelle attività produttive e per competenze di tipo tecnico.
Le imprese che percepiscono il problema del mismatch e, ancor più, quelle con posti vacanti mostrano comportamenti di assunzione proattivi: utilizzano vari tipi di contratti volti a favorire l’inserimento dei giovani, conoscono gli strumenti di incontro tra domanda e offerta di lavoro e si sono rivolte spesso ai centri per l’impiego. Dal punto di vista strutturale non si notano particolari specificità in termini di numero di addetti, valore aggiunto, apertura all’export. Conta invece (a) il settore d’appartenenza e (b) l’esposizione a processi di ristrutturazione basati sull’adozione delle tecnologie digitali.
In sintesi, la questione del mismatch è percepita come problematica dalla netta maggioranza delle imprese toscane (60%). Tra queste spicca il turismo, che si dichiara insoddisfatto delle competenze dei candidati, alla ricerca di una maggiore professionalità delle figure ricercate. Emerge inoltre un piccolo gruppo di aziende (16%), appartenenti a settori chiave dell’economia regionale, con forti difficoltà a coprire posizioni aperte per specifiche figure. Si tratta soprattutto di imprese della metal-meccanica e della logistica, settori esposti alle trasformazioni tecnologiche tipiche della quarta rivoluzione industriale, ma anche della pelletteria, espressione del Made in Italy che vede in Toscana la presenza di grandi firme multinazionali e unisce competenze tradizionali a un’organizzazione della produzione e della commercializzazione avanzata. La probabilità di incontrare effettive difficoltà di reclutamento risulta positivamente correlata alla maggiore esposizione ai processi di digitalizzazione: per questo segmento di imprese – sebbene ancora oggi minoritario nel mercato del lavoro regionale – la richiesta di competenze legate alla quarta rivoluzione industriale non sempre trova una adeguata soddisfazione.