Rapporto a cura di P. Lattarulo
Collana I LIBRI DELLA GIUNTA REGIONALE – società – n. 9
Questo rapporto è stato realizzato dai ricercatori dell’IRPET con il coordinamento di Patrizia Lattarulo, dirigente dell’Area di ricerca Economia Pubblica.
I capitoli sono così attribuiti:
Capitoli 1-2 Giuseppe Francesco Gori
Capitolo 3 Tommaso Ferraresi (§§ 3.1 e 3.2) e Donatella Marinari (§ 3.3)
Capitoli 4-7 Donatella Marinari
Capitolo 8 Giuseppe Francesco Gori
Capitolo 9 Leonardo Piccini e Leonardo Ghezzi (§ 9.1), Donatella Marinari (§§ 9.2-9.3)
Capitolo 10 Letizia Ravagli e Maria Luisa Maitino (§ 10.1), Tommaso Ferraresi e Leonardo Ghezzi (§ 10.2), Claudia Ferretti (§ 10.3)
Capitolo 11 Damiano Baldaccini e Patrizia Lattarulo
Editing Elena Zangheri, IRPET
Il fenomeno dell’illegalità e del sommerso travalica le espressioni manifestamente criminali ed assume forme spesso meno eclatanti, ma non meno pervasive. La sua dimensione economica è particolarmente significativa, se si pensa che l’IRPET stima un importo di 11,3 miliardi di valore complessivo dell’attività non osservata, di cui 1,2 miliardi relativi alle attività illegali e 10,1 miliardi attribuibili all’economia sommersa e all’evasione. Si tratta dell’11,7% del PIL, una percentuale in linea con il dato nazionale. È un fenomeno, quello dell’illegalità e della presenza mafiosa, che si adatta alle evoluzioni del contesto sociale, tanto che oggi assume sempre meno le caratteristiche di controllo del territorio e sempre più quella di attività economica. Per questo motivo le multiformi e diffuse ricchezze della regione rappresentano un ambito di attrazione privilegiato, tanto più per la realizzazione di reati economico-finanziari. Il lungo periodo di crisi economica e la successiva pandemia sanitaria hanno reso più debole e più esposto il sistema produttivo e sociale del Paese ed oggi le risorse che l’Europa ha reso disponibili per la ripresa rappresentano, accanto all’indubbia opportunità, anche un fattore di preoccupazione rispetto a possibili interessi delle mafie.
A partire da queste considerazioni, il Rapporto ha l’obiettivo di indagare i profili economici dell’illegalità in Toscana, analizzando i possibili fattori di debolezza per aspetto con cui si manifesta, settore economico e contesto territoriale. Nella prima parte del lavoro si dedica specifica attenzione ai fattori di contesto che possono determinare elementi di vulnerabilità, proponendo anche alcuni indicatori di fragilità del sistema produttivo. La seconda parte è dedicata alla descrizione dell’economia illegale, come emerge dalle Relazioni semestrali della DIA e dalle statistiche ufficiali rese disponibili dall’ISTAT e da altri soggetti istituzionali. Questa ricostruzione consente di raccogliere e sistematizzare l’ampio insieme di informazioni, fornendo una rappresentazione articolata delle diverse manifestazioni delle attività criminali nella regione, in un confronto con il resto del Paese e tra aree al suo interno. La terza parte viene dedicata al rischio corruzione e osserva le caratteristiche degli appalti, confrontando quelli afferenti o meno al PNRR-PNC. Lo scopo è di monitorare l’andamento del settore e far emergere tempestivamente eventuali anomalie che possano caratterizzare gli investimenti pubblici finanziati con queste risorse. Il quarto capitolo propone delle stime del sommerso nella regione, tanto lavoro irregolare quanto evasione. È nota, infatti, la dimensione delle risorse che attraverso questa strada vengono sistematicamente sottratte al PIL regionale. Anche su questi comportamenti, pur non propriamente riconducibili a eventi criminali, è necessario sensibilizzare l’opinione pubblica.
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