A cura di C. Agnoletti, C. Ferretti e L. Piccini
Questo studio rientra tra le Attività comuni IRPET – Regione Toscana (Autorità di Gestione del POR-FESR).
Il lavoro è stato curato da Chiara Agnoletti, Claudia Ferretti e Leonardo Piccini con il coordinamento di Patrizia Lattarulo, dirigente dell’Area Economia Pubblica e Territorio dell’IRPET.
La pandemia da Covid-19 ha rappresentato un momento di trasformazione, oltre che sul piano sanitario, anche su quello economico e dei comportamenti sociali alcuni dei quali in grado di indurre modifiche, talvolta permanenti. In particolare, il lockdown imposto per fronteggiare la crisi sanitaria ha determinato da un lato una crisi profonda di quelle attività soprattutto terziarie connesse alla mobilità delle persone e dall’altro la consistente diffusione di altre prima poco sviluppate quali lo smart working, l’e-commerce e la didattica a distanza. È lecito ipotizzare che il passaggio allo svolgimento a distanza di lavoro, spesa e istruzione seppur ridotto nella fase post-emergenza, non scomparirà del tutto. Per questi motivi da un lato possiamo immaginare che la città possa, almeno in parte, cambiare la propria configurazione funzionale e dall’altra che alcuni territori potranno diventare, in futuro, più attrattivi di quanto non lo siano stati fino ad oggi, soprattutto per le funzioni residenziali: in particolare quei luoghi che riusciranno a garantire contesti abitativi più ampi e magari in luoghi più salubri in modo da conciliare con maggiore soddisfazione gli spazi di vita con quelli di lavoro, in un nuovo equilibrio tra costo dell’abitare e costo del pendolarismo. L’accessibilità rimarrà essenziale per definire le scelte localizzative, ma a prevalere in questo nuovo contesto sarà la dotazione di reti immateriali, anziché quelle di trasporto, tanto da suggerire almeno una parziale revisione del concetto di prossimità e di concentrazione urbana. Parallelamente la profonda crisi del terziario che ha coinvolto soprattutto le città e la sua base economica, potrà rappresentare l’occasione per attrarre funzioni in grado di favorire la permanenza più stabile della popolazione almeno di quei segmenti che sono più attratti dalle opportunità offerte dalla città e dai quali peraltro dipende maggiormente la vitalità urbana.