Nota di lavoro 38/2024 a cura di C. Agnoletti, C. Ferretti e F. Viviani
La rapida diffusione del mercato degli affitti brevi, soprattutto attraverso la piattaforma Airbnb, ha prodotto impatti rilevanti su alcuni contesti urbani, ragione per cui è stata oggetto di molte critiche. Tra le questioni centrali vi è quella della conflittualità con la residenza stabile, sia in termini qualitativi (rumorosità, insicurezza, ecc.), che quantitativi (valori degli immobili residenziali, contrazione dell’offerta già scarsa di locazioni a lungo termine). In funzione del peso relativo delle diverse esternalità, più o meno positive, possiamo aspettarci che queste possano deprimere i valori immobiliari qualora ne risenta negativamente la vivibilità del quartiere oppure che l’aumento della domanda di immobili da destinare ad affitti brevi si scarichi sul costo degli alloggi residenziali, rendendo l’abitazione meno accessibile. In ogni caso, il crescente manifestarsi degli effetti di spillover ha posto le città, in cui questo tipo di offerta è particolarmente presente, di fronte a nuove sfide regolative. Da qui l’esigenza di approfondire il tema con il supporto di evidenze quantitative.