La digitalizzazione del lavoro e le opportunità per le aree interne

A cura di S. Iommi e F. Viviani

immagine evento

Il presente lavoro è stato commissionato a IRPET dalla Direzione Regionale Toscana “Attività produttive” nell’ambito del Progetto Interreg Europe “EDIN – European Digital Nomads”.
Elaborazioni e testo sono stati curati da Sabrina Iommi e Francesco Viviani. Donatella Marinari ha collaborato all’impostazione della rilevazione diretta e allo spoglio dei dati.
Il lavoro afferisce all’Area Sistemi locali, cultura e turismo, coordinata da Sabrina Iommi.

Obiettivo di questo report è quello di analizzare come la digitalizzazione del lavoro favorisca la nascita di nuovi stili di vita e di consumo e come questi possano tradursi in preferenze residenziali più favorevoli alle aree interne.

Si tratta di fenomeni ancora in parte emergenti, molti dei quali ottengono forte visibilità sui media, su cui però la letteratura scientifica è scarsa e spesso contraddittoria. Pur con questi limiti, tuttavia, è innegabile che il progresso tecnologico, spinto talvolta da eventi estremi e imprevisti come la pandemia da Covid-19, ha innovato profondamente il modo di svolgere alcune attività quotidiane, dalle prestazioni lavorative, in alcuni casi rese da remoto rispetto alla sede aziendale, alla modalità di accedere ad alcuni servizi della PA (si pensi agli accessi da remoto tramite SPID), a quelle infine di effettuare alcuni consumi. Gli esempi per questo ultimo caso sono numerosi, dai servizi di homebanking, agli acquisti online (e-commerce) e distribuiti attraverso una rete di corrieri che fanno consegne a domicilio, dai consumi culturali sulle piattaforme online, alle prenotazioni online di viaggi e alloggi per le vacanze e molto altro.

L’accessibilità digitale consente di superare vincoli temporali (gli orari di apertura degli uffici) e spaziali (non è necessario recarsi fisicamente presso la sede) prima molto stringenti e sfuma il confine tra attività lavorative e attività di svago, con effetti positivi e negativi. Tra i primi rientra la maggiore libertà nell’adeguare il tempo di lavoro alle proprie esigenze di vita e nello scegliere il luogo di residenza (o anche di vacanza) più affine alle proprie preferenze, quindi in sostanza un miglioramento del proprio work-life balance, tra i secondi i rischi di superlavoro e stress connessi alla maggiore pervasività dei doveri lavorativi.

Fra i molti aspetti interessanti delle innovazioni derivanti dalla digitalizzazione del lavoro, questo report si concentra sul tema delle scelte localizzative, indagando in particolare la possibilità che alcune aree interne, grazie a specifici fattori di attrazione legati soprattutto alla qualità della vita (qualità ambientale e paesaggistica, intensità delle relazioni sociali, costi insediativi contenuti), possano beneficiare di questi nuovi lavoratori e viaggiatori. Il tema viene indagato con una pluralità di strumenti, dalla rassegna della letteratura (Capitolo 1) alla consultazione dei dati di un sito internazionale dedicato al fenomeno del nomadismo digitale (Capitolo 2), dalla costruzione di un indice di potenziale attrattività per i Comuni toscani (Capitolo 3), ad un rilevazione diretta su un campione di lavoratori residenti nelle diverse regioni italiane (Capitolo 4), fino all’analisi delle domande raccolte dal recente bando regionale di promozione dei trasferimenti di residenza nei piccoli Comuni montani della Toscana (Capitolo 5).     

Continua a leggere

Potrebbero interessarti anche...

Sintesi delle analisi e interventi presentati al Workshop Banca d'Italia-IRPET del 10 dicembre 2024

Leggi...

Rapporto curato da IRES Piemonte, IRPET, SRM, PoliS-Lombardia, Ipres Puglia, Liguria Ricerche, Agenzia Umbria Ricerche

Leggi...

Lavoro commissionato a IRPET dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Firenze. Coordinamento del gruppo di lavoro di S. Iommi.

Leggi...