di E. Cappellini, V. Patacchini e L. Ravagli
di Elena Cappellini, Valentina Patacchini e Letizia Ravagli
Il quarto rapporto sulle povertà in Toscana nasce in un momento storico eccezionale, quello dell’emergenza sanitaria mondiale dovuta al Covid19.
Quindi, ancor più che negli anni passati, il fenomeno della povertà – già di per sé non facile da cogliere nella sua interezza a causa della sua multidimensionalità, dei continui mutamenti dovuti alle fasi congiunturali e al susseguirsi di misure diverse per contrastarlo – è ancora più complesso e difficile da analizzare, sia per quanto riguarda la sua consistenza effettiva sia per la valutazione degli effetti delle misure attuate.
I problemi generati dalla pandemia, infatti, non sono solo sanitari ma anche sociali e questi ultimi produrranno effetti non solo nella fase emergenziale ma soprattutto nei periodi successivi: non ci sono ancora molti dati sugli impatti che il Covid19 ha avuto e avrà sulla crescita della povertà ma quel che è certo è che risulterà accentuata la trasversalità del fenomeno su tutte le fasce della
popolazione, soprattutto per i giovani in cerca di lavoro e per i soggetti che
hanno (o avevano) lavori saltuari o part time (working poor) e che con la pandemia e i conseguenti provvedimenti hanno perso anche questo supporto.
Cambiano quindi anche i percorsi individuali, con cadute in povertà sempre più improvvise e repentine che mettono in difficoltà il sistema dei servizi sociali, costretto a trovare nuove risposte e nuove modalità per far fronte all’emergenza.
Anche le politiche di contrasto alla povertà dovranno quindi essere riviste alla luce di questi cambiamenti: le misure dovranno essere meno categorizzate per tipologia di beneficiario e più integrate tra loro per evitare sovrapposizioni, difficoltà applicative e sovraccarico gestionale delle istituzioni preposte ad attuarle.
Il ruolo dei Comuni come sentinelle nei territori sarà sempre più importante, come continuerà ad essere fondamentale anche l’apporto del Terzo Settore, che in questa fase così complicata sarà ancora di più chiamato a collaborare con gli Enti locali per fare emergere i bisogni delle persone e attuare in concreto le misure messe in campo.
Per questo è necessario che le strutture siano supportate nel lavoro in ambito sociale, non solo attraverso risorse e formazione ma anche moltiplicando le occasioni di scambio di conoscenze ed esperienze tra i territori, per condividere strumenti, procedure, modelli operativi e materiali utili ed accompagnandole nel processo di integrazione fra fondi diversi e politiche settoriali, nella prospettiva più ampia di una programmazione di sistema degli interventi di contrasto alla povertà.
Serena Spinelli
Assessora alle politiche sociali, edilizia residenziale pubblica e cooperazione internazionale della Regione Toscana