Rapporto a cura di Leonardo Ghezzi e Nicola Sciclone
Nel 2017 si consolida la ripresa avviata nel 2014 e che, alla luce degli attuali scenari, dovrebbe proseguire anche nei prossimi anni. Tuttavia non poche minacce incombono sullo scenario mondiale e ciò contribuisce a rendere incerta la futura evoluzione del ciclo economico ed occupazionale. Il rischio è che siano compromessi i passi avanti compiuti sul fronte della produzione e delle dinamiche nel mercato del lavoro perché, sebbene manifestatesi con una certa continuità, i miglioramenti osservati risultano ancora troppo deboli, non adeguatamente incisivi sulla distribuzione dei redditi, e non sufficientemente uniformi fra territori, settori, individui e generazioni.
La ripresa di questi ultimi mesi è stata in Toscana più lenta di quanto si stia verificando altrove. D’altra parte il rimbalzo, che abitualmente segue le fasi recessive, è stato più debole avendo la Toscana subito una minor caduta negli anni della crisi.
Nel complesso, sta emergendo un asse centrale su cui poggia la ripresa dell’economia dell’intero paese. Fanno parte di tale asse le aree più industrializzate ed aperte di Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, ma anche della Toscana. Si sta quindi riaprendo un’antica dicotomia tra aree forti ed aree deboli. In Toscana la polarizzazione è evidente fra l’area centrale e il resto della regione, aree interne e costa in particolare: nella prima la ripresa è oramai evidente, mentre i segnali sono assai più deboli altrove.