A cura di Leonardo Ghezzi e Nicola Sciclone
L’economia mondiale ha rallentato la propria corsa nel corso del 2018 deludendo le attese iniziali. Il ciclo economico si è fatto più debole, in particolare, nella seconda parte dell’anno, con il manifestarsi di alcuni rischi di carattere globale e alcuni fattori specifici riferiti a pochi paesi. La decelerazione ha toccato sia le economie avanzate che quelle emergenti e in via di sviluppo e possiamo dire che la frenata si è concentrata soprattutto in Europa. In un contesto di debole domanda internazionale, per via delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, si è aggiunta la frenata della Germania, più ampia e profonda di quanto non ci si attendesse, che in virtù del suo fitto sistema di relazioni estere, ha determinato un indebolimento della dinamica di tutto il vecchio continente.
I trimestri del 2018 si aggiungono all’elenco dei trimestri in cui si è registrata una crescita del PIL in Toscana determinando così un lungo periodo di espansione. Da un lato, anche per la regione come del resto per l’Italia nel suo complesso si conferma quindi la presenza di un ciclo positivo, dall’altro lato, però, il dato dell’ultimo anno mostra un ridimensionamento nel ritmo di ripresa rispetto a quanto si era osservato nel 2017. Sicuramente è positiva per la Toscana la tenuta dei consumi delle famiglie, favorita da un reddito disponibile in crescita, mentre qualche elemento di preoccupazione emerge dai dati relativi alle vendite estere. Se teniamo conto di fattori peculiari infatti la competitività del sistema regionale appare in leggero appannamento. Se questo sia il frutto più di aspetti prettamente congiunturali o invece non sia il segnale di un rallentamento strutturale è presto dirlo, certo è necessario consolidare il ritmo di crescita degli investimenti, unico vero scudo di fronte alla concorrenza internazionale.