Rapporto curato da L. Ghezzi e N. Sciclone
Nel 2016 la ripresa si consolida, anche se in modo molto lento delineando un sentiero di crescita ancora incerto. Nell’anno trascorso è venuto meno il contributo delle esportazioni che erano state il principale volano di crescita del recente passato. Tutto ciò è espressione di alcuni fattori strettamente congiunturali assieme ad altri che sembrano invece più duraturi e che rischiano di caratterizzare ancora per un po’ alcuni dei nostri settori produttivi. I primi dati del 2017 segnalano una positiva inversione di tendenza mostrando vecchi e nuovi protagonisti (agroalimentare, moda, farmaceutica, meccanica,…) in una crescita dell’export che è tornata ad essere vigorosa.
La dinamica degli addetti mostra un profilo in crescita dalla fine del 2015. Il 2016 si è chiuso con un segno positivo -che trova una conferma anche nei primi dati del 2017- con un aumento di addetti diffuso a quasi tutti i comparti produttivi ed in particolare alla manifattura. Si tratta di un quadro che, pur positivo, non sana ancora i costi complessivi provocati dalla lunga recessione trascorsa.
Le previsioni per i prossimi mesi confermano i segnali positivi dell’ultimo biennio ma si attestano su di un profilo troppo basso per essere considerate soddisfacenti; è sempre più evidente che, a fronte di un commercio internazionale non particolarmente dinamico, la debolezza della domanda interna rappresenta il principale problema del paese. D’altra parte il clima di fiducia espresso dalle famiglie e dalle imprese – rilevato mediante due apposite indagini condotte da IRPET – resta orientato ad un sano realismo e poco incline ad una visione ottimistica della congiuntura economica e sociale dei prossimi mesi.