A cura di Nicola Sciclone
Bilancio e prospettive
Gli ultimi mesi hanno lasciato una ferita profonda, nella società e nell’economia toscana, che richiederà tempi lunghi per essere completamente riassorbita. La diffusione del Covid-19 ci consegna infatti, per l’anno passato, uno scenario caratterizzato da una recessione di ampie dimensioni, che solo in parte potrà essere riassorbita dalla ripresa attesa in corso d’anno.
Tanto il sistema produttivo, quanto le famiglie hanno sopportato in questo periodo ingenti costi, che solo un ampio ricorso alle leve della finanza pubblica ha permesso di contenere entro limiti sostenibili. Nel mercato del lavoro, ad esempio, lo straordinario utilizzo della cassa integrazione – associato al blocco di licenziamenti – ha ibernato una situazione che altrimenti avrebbe potuto essere esplosiva in termini di minore occupazione. Conseguentemente anche la caduta del reddito, specie a livello familiare, è stata adeguatamente tamponata grazie all’ampio e massiccio utilizzo delle risorse pubbliche,sebbene siano ulteriormente da approfondire le implicazioni distributive in atto fra i settori istituzionali e al loro interno.
In ogni caso, nonostante il tamponamento su molti fronti, la recessione ha indebolito la parte tradizionalmente più vitale del nostro motore di sviluppo: la Toscana centrale e i sistemi locali del made in Italy. Sia da un punto di vista produttivo, sia di intensità di lavoro, questi sono i territori più colpiti dalla crisi, a causa di dinamiche settoriali che hanno penalizzato sia il sistema manifatturiero che quello terziario. Quest’ultimo, nella componente privata, registra una caduta del fatturato per dimensione mai osservata prima, ma altrettanto pesante – se non più grave – è stata la flessione della produzione nell’industria in senso stretto. (…)