di Tommaso Ferraresi e Leonardo Ghezzi. Elaborazioni statistiche di Massimo Donati
1. Nel corso del 2019 le esportazioni della Toscana sono cresciute del 15,6%, ben oltre la media italiana (2,3%) e delle altre principali regioni esportatrici (Lombardia 0,0%; Veneto 1,3%; Emilia-Romagna 4,0%).
Una parte di questa crescita a prezzi correnti, in forte controtendenza anche alla luce dell’andamento della domanda mondiale, è dovuta al rafforzamento dell’oro. Al netto questo bene e dei prodotti della raffinazione petrolifera, l’andamento dell’export regionale si è in ogni caso posizionato su valori molto al di sopra della media nazionale.
2. Se escludiamo i risultati delle esportazioni di gioielli, parte dei quali comunque da attribuire alla dinamica del prezzo dell’oro, la performance dell’export toscano è quasi interamente dovuta alle vendite estere dei prodotti della moda della provincia di Firenze verso la Svizzera, e alla ritrovata vivacità delle vendite di macchinari per impiego generale, in forte ripresa dopo le contrazioni degli anni precedenti.
3. Senza le vendite estere dei prodotti della moda della provincia di Firenze verso la Svizzera, rispetto alle quali è forte il sospetto che si nasconda la riorganizzazionedi un grande gruppo del lusso fiorentino, le esportazioni regionali sono cresciute del 3,6%. Comunque al di sopra della media nazionale e di alcune delle principali regioni più aperte al commercio internazionale.
4. Altri contributi positivi sono giunti dai prodotti farmaceutici, da alcuni comparti della chimica, dalle vendite di piante e dal commercio di imbarcazioni. Segno meno invece per i prodotti dell’industria cartaria, per i mobili e, soprattutto, per la filiera del camper.
5. Tra i mercati di destinazione, si segnala la crescita su molte economie dell’estremo oriente, soprattutto sulla Cina. In rialzo anche la domanda di alcuni paesi chiavedell’Eurozona, Francia e Germania su tutti, mentre hanno rallentato le vendite estere verso gli Stati Uniti. Prodotti dell’industria della moda e farmaceutica, macchinari e imbarcazioni hanno determinato successi e insuccessi nei vari mercati di sbocco.
6. Si confermano le criticità legate alla peculiarità dell’export toscano, concentrato in poche produzioni, generalmente sotto il controllo di un numero estremamente ridotto di imprese. Questo fenomeno appare in Toscana più evidente rispetto a quanto registrato per le altre principali regioni italiane.
7. Un’ulteriore criticità, comune a tutte le regioni più aperte al commercio interregionale e internazionale, è rappresentata dalla lunghezza e dalla dispersione geografica delle filiere a monte nelle catene del valore presidiate. La produzione delle esportazioni richiede beni e servizi intermedi prodotti da altre regioni italiane e, soprattutto, dagli altri paesi. Questo fenomeno rende l’export delle principali regioni italiane vulnerabile a shock che colpiscono i paesi e le regioni chiave nelle proprie filiere a monte, come recentemente mostrato dalla diffusione dell’epidemia di Covid-19.