Il progressivo aumento della pressione fiscale a scala locale avvenuto negli ultimi anni, la necessità di stabili risorse da parte degli enti, spinge oggi ad un ripensamento generale delle modalità di finanziamento dei comuni. In questo lavoro si discute...
Il progressivo aumento della pressione fiscale a scala locale avvenuto negli ultimi anni, la necessità di stabili risorse da parte degli enti, spinge oggi ad un ripensamento generale delle modalità di finanziamento dei comuni. In questo lavoro si discute dell’introduzione della Local Tax in Italia, e si presentano diverse ipotesi di possibile articolazione. Nella prima parte si richiamano gli principi teorici alla base di una imposta rivolta al finanziamento dei servizi offerti dai comuni e si conferma la validità di una imposta sul patrimonio immobiliare; nella seconda si presentano i risvolti in termini di equità delle ipotesi di riforma della attuale imposta sul patrimonio verso la Local Tax; nella terza si confrontano le proposte di Local Tax oggi in discussione evidenziando gli impatti sulla pressione fiscale e sugli equilibri di bilancio degli enti locali. Si confrontano le ipotesi di imposta municipale secondaria (IMU S); di Local Tax “minimale”; di Local Tax caratterizzata da una parziale o completa esenzione dell’abitazione principale. La prima ipotesi comporta un effetto limitato anche rispetto all’obiettivo della semplificazione, per i bassi importi coinvolti e per il ridotto numero dei comuni interessati. Non pare, dunque, adeguata al finanziamento della Local Tax. La seconda, che risponde al principio dell’armonizzazione verticale, modifica la base imponibile della fiscalità dei comuni e comporta una riforma strutturale dell’attuale assetto. Per questo motivo, date le attuali difficoltà di bilancio degli enti, questa ipotesi risulta più complessa. La terza ipotesi è quella attualmente più accreditata e privilegia obiettivi di equità; nel lavoro si analizzano gli effetti delle due possibili alternative di esenzione parziale o totale dell’abitazione principale e si discutono modalità di finanziamento della manovra. Il finanziamento dell’esenzione dell’abitazione principale attraverso trasferimenti erariali è ovviamente la via più semplice e immediata, ma riduce gli spazi di autonomia tributaria, e quindi di responsabilizzazione finanziaria dei governi locali. Il finanziamento dell’esenzione dell’abitazione principale attraverso l’aumento dell’imposta patrimoniale sulle altre abitazioni ha un impatto contenuto in termini di pressione fiscale e di entrate comunali, dal momento che i due importi si compensano largamente. Nello stesso tempo, però, anche l’impatto distributivo è molto incerto. Dal punto di vista distributivo, si sottolinea nel lavoro l’efficacia del sistema di detrazioni costanti e l’importanza, se pur in prospettiva, della riforma del catasto.
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