Documento commissionato all’IRPET dall’Autorità di Gestione del POR FESR 2014-2020 di Regione Toscana e curato da Simone Bertini, Patrizia Lattarulo e Nicola Sciclone
Il documento è stato commissionato all’IRPET dall’Autorità di Gestione del POR FESR 2014-2020 di Regione Toscana ed è stato curato dal gruppo di lavoro formato da Simone Bertini, Patrizia Lattarulo e Nicola Sciclone.
Mentre sembra allontanarsi la fase più critica della crisi sanitaria, in questi ultimi mesi stanno emergendo i primi segnali di una progressiva ripresa delle attività. Certamente, il lungo periodo di emergenza Covid-19 ha ulteriormente indebolito una regione e un paese già segnati da profonde contraddizioni, da una crescita stagnante, da crescenti disparità sociali e territoriali. La ripresa è al momento sostenuta da risorse pubbliche, e lo sarà ancora per qualche anno, ma è urgente l’intervento di sapienti politiche rivolte a rafforzare i fattori strutturali della regione.
Il trascorso anno e mezzo di Covid-19 ha, perciò, lasciato una ferita profonda, nella società e nell’economia toscana, che richiederà tempi lunghi per essere completamente riassorbita. La diffusione del Covid-19 ha portato con se una fase di recessione di ampie dimensioni, nel 2020, che solo in parte potrà essere riassorbita nel 2021 e nel successivo triennio da una ripresa “inerziale”, priva, cioè, di una iniezione di spesa pubblica tanto eccezionale, di questi tempi, quanto necessaria. Il prodotto interno lordo toscano – a prezzi costanti – è infatti calato nel 2020 di circa 10,5 punti percentuali (rispetto ad un dato nazionale che viene quantificato in un -8,9% da ISTAT). A titolo comparativo e per comprendere la dimensione dell’impatto che per la nostra regione è maturato in quest’ultimo periodo è sufficiente ricordare che nel 2009, in quello cioè che fu l’anno peggiore seguito alla crisi finanziaria americana, la Toscana perse poco meno di 4 punti percentuali di Pil, circa un terzo di quanto stimato oggi in conseguenza del Covid-19.
Il ciclo economico nella pandemia ha ripiegato in Toscana più che nel resto del paese essenzialmente perché la regione è maggiormente specializzata rispetto alla media nazionale nella produzione di beni di consumo semidurevoli che hanno subito la caduta della domanda e, in particolare, di quella estera in misura maggiore di quanto non sia accaduto per altre tipologie di produzione. Inoltre, la nostra regione ha una più spiccata dipendenza dalla spesa turistica che, come noto, è tra le varie forme di consumo quella più colpita in questa crisi. (…)