Nota congiunturale 25/2024 di T. Ferraresi, L. Ghezzi, D. Marinari e N. Sciclone
La fase ciclica dell’economia toscana, all’insegna dell’instabilità per le note tensioni geopolitiche, resta ancorata al quadro nazionale, a sua volta contraddistinto da segnali di evidente debolezza.
Il quarto trimestre 2023 ha confermato, per la Toscana come altrove in Italia, il ripiegamento della produzione industriale, in calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’onda lunga della crisi inflazionistica, unita agli effetti negativi sulla domanda internazionale delle politiche monetarie restrittive adottate dalle principali banche centrale e della debole dinamica salariale, ha colpito il sistema produttivo regionale, specialmente le sue specializzazioni più tradizionali come quelle legate al comparto moda.
Il calo della produzione si è accompagnato a un progressivo indebolimento delle esportazioni di beni, rispetto alle quali i contributi positivi si sono concentrati su poche, qualificate, produzioni.
Nel mercato del lavoro si osserva un calo della domanda con la diminuzione degli avviamenti che si collega essenzialmente alla contrazione delle assunzioni nell’industria con intensità maggiore per il comparto della moda. Nel quarto trimestre del 2023, nonostante la riduzione della domanda, la dinamica degli addetti dipendenti mantiene ancora una variazione positiva rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma in decelerazione su base congiunturale: dal +1,3% del secondo trimestre sul primo (dati destagionalizzati) si passa al + 0,6% del terzo trimestre sul secondo e al +0,1% del quarto sul terzo. Un ulteriore segnale della congiuntura non favorevole, in particolare per il comparto manifatturiero, è rappresentato dall’importante aumento delle ore autorizzate di CIG straordinaria e ordinaria tra settembre e dicembre.
In generale, il numero medio di addetti su base annua resta superiore al dato del 2022, a testimonianza di una sostanziale stabilità delle cessazioni dei rapporti di lavoro. Ciò testimonia, nel quadro di una congiuntura più debole, la prevalenza di un atteggiamento di attesa e cautela da parte degli operatori, che non hanno orientato al ribasso le loro aspettative sulla futura evoluzione del ciclo economico.