Sostenibilità e vulnerabilità del sistema del welfare toscano, una analisi strutturale

a cura di R. Paniccià

A cura di Renato Paniccià; scritti di: Elena Cappellini, Enrico Conti, Silvia Duranti, Natalia Faraoni, Tommaso Ferraresi, Leonardo Ghezzi, Sabrina Iommi, Marco Mariani, Letizia Ravagli

Il lavoro è stato curato da Renato Paniccià. Un ringraziamento a Stefano Casini Benvenuti, Nicola Sciclone, Patrizia Lattarulo e Simone Bertini per gli utili suggerimenti su impostazione e metodologia e agli altri ricercatori IRPET non direttamente coinvolti nella stesura che hanno dato un contributo significativo durante i seminari preparatori del lavoro. 

Lo scopo di questo rapporto è quello di definire il grado di sostenibilità del sistema del welfare toscano nel medio lungo periodo e gli associati fattori di vulnerabilità che possono intaccare o stanno intaccando i livelli raggiunti fino alla metà degli anni 2000.
La crisi dei debiti sovrani avviata in conseguenze della forte crisi finanziaria del 2007-2008 ha messo in rilievo le difficoltà crescenti dei modelli di welfare europei così come li avevamo conosciuti dagli anni 60 in poi. Non solo, a questi problemi di sostenibilità finanziaria si sono aggiunte alcune debolezze riguardanti quello che per i più è stato un obiettivo del sistema di welfare ossia la sostenibilità sociale.
Due saranno quindi le prospettive di analisi della sostenibilità del sistema del welfare componenti fra loro strettamente legate: sociale ed economica.
Riguardo la prima si può definire sostenibile un sistema che garantisce coesione sociale e alta accessibilità ai functionings senza necessitare, a regime, di aggiustamenti fiscali strutturali. Di converso, un sistema di welfare che garantisca equilibrio dal punto di vista fiscale può minare nel medio periodo la coesione sociale, e quindi la relativa sostenibilità, per il basso livello delle functionings accessibili o la loro distribuzione fortemente diseguale.
Ex-post la sostenibilità del welfare è garantita da appropriati livelli delle variabili determinanti prossime ed è quindi l’effetto ultimo della interazione fra gli agenti economici, è quindi una situazione di “stato” conservativo in equilibrio per usare una terminologia fisica. Non è quindi possibile stimare in modo puntuale la sostenibilità ma definirne i confini di sopravvivenza, anche in termini previsivi. Associato al concetto di sostenibilità, la vulnerabilità definisce la probabilità che le determinanti prossime non riescano a raggiungere livelli adeguati a supportare i due aspetti della sostenibilità. È quindi possibile definire se un sistema, sic stantibus rebus, potrà essere sostenibile nei diversi possibili scenari, e stimare i diversi livelli di vulnerabilità delle variabili determinanti prossime.
Questa enucleazione consente di identificare gli obiettivi delle policies in modo più appropriato evitando di confondere effetti (sostenibilità) e cause (variabili determinanti prossime).

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