Studio commissionato all’IRPET da Regione Toscana - Autorità di Gestione del POR-FESR. A cura di Simone Bertini, Natalia Faraoni, Marco Mariani, Sabrina Iommi e Sara Turchetti
Questo studio è stato commissionato all’IRPET da Regione Toscana – Autorità di Gestione del POR-FESR. Il rapporto è stato realizzato da Simone Bertini, Natalia Faraoni, Marco Mariani, Sabrina Iommi e Sara Turchetti con il coordinamento di Simone Bertini, dirigente dell’Area di ricerca Settori produttivi e Imprese.
L’allestimento editoriale è stato curato da Elena Zangheri.
Il quadro economico e sociale in Toscana, come nel resto del paese, sta progressivamente tornando alla normalità. Ma la diffusione del Covid-19 ha indebolito un tessuto economico e sociale che nel Paese mostrava – da tempo – alcune contraddizioni sia dal lato della crescita, troppo stagnante, sia della distribuzione, per l’aumento delle disuguaglianze. Negli ultimi mesi l’emergenza sanitaria, parallelamente ai progressi della campagna di vaccinazione, è andata progressivamente attenuandosi, ma gli effetti negativi connessi alla chiusura delle attività produttive (il cd. lockdown), le restrizioni imposte alle abitudini di consumi dei cittadini, la rarefazione del commercio mondiale, il conseguente peggioramento delle aspettative, hanno provocato a tutti i livelli una lacerazione che, per numero ed intensità delle ferite, ancora deve essere adeguatamente rimarginata.
La Toscana è entrata nella fase Covid-19 con un prodotto interno lordo che in termini reali era ancora 2,7 punti percentuali più basso rispetto al livello del 2007. Sta uscendo oggi dalla pandemia, dopo circa un anno e mezzo, con un prodotto interno lordo che è inferiore di ben 12,9 punti al livello del 2007.
Tutto ciò rinvia alla necessità di adeguati interventi di politica economica, per ricostituire la dotazione compromessa di capitale produttivo e sociale.
Sono due, in questo senso, le principali direzioni di marcia. La prima, di natura estensiva, consiste nel valorizzare ed ampliare la parte più vitale (le imprese che esportano, i lavori qualificati, i settori avanzati) del sistema produttivo, che è presente ma è ancora non sufficientemente grande rispetto al resto del corpo. Sul fronte sociale, questa linea di indirizzo consiste nel preservare la consolidata e fattiva attenzione per i bisogni della popolazione da parte delle istituzioni, delle parti sociali e delle organizzazioni del terzo settore. (…)