A cura di M. C. Bustamante, con la supervisione del lavoro di S. Iommi
Il presente lavoro è stato commissionato a IRPET dalla Direzione “Beni, Istituzioni, Attività culturali e Sport” di Regione Toscana, quale strumento conoscitivo a supporto dell’aggiornamento del Piano di gestione del sito seriale UNESCO “Ville e Giardini Medicei”.
La redazione del report è stata curata da Maria Carolina Bustamante, laureata in economia e analisi delle politiche pubbliche presso l’Università Torcuato Di Tella di Buenos Aires, nell’ambito della borsa di formazione professionale “Mario Olla”, rivolta a giovani di origine toscana residenti all’estero.
Il tutoraggio e la supervisione del lavoro sono di Sabrina Iommi.
La “Raccomandazione per la protezione a livello nazionale del patrimonio mondiale culturale e naturale” è stata adottata il 16 novembre 1972 dalla Conferenza generale dell’UNESCO. Secondo la diagnosi, molti patrimoni naturali e culturali erano a rischio di danneggiamento e distruzione, mentre gli interventi – normativi, tecnici ed economici – per garantire la conservazione e la protezione di questi luoghi non erano accessibili a tutte le nazioni. Inoltre, quelle potenziali perdite avrebbero significato una perdita per tutti i paesi del mondo, quindi si è ritenuto essenziale istituire un sistema di protezione duraturo, basato sulla cooperazione internazionale. Tutte le nazioni sono state così chiamate ad individuare i patrimoni naturali e culturali più significativi del proprio territorio secondo criteri internazionalmente condivisi, al fine di contribuire al comune obiettivo di tutelare la memoria storica, diffonderne la conoscenza presso la popolazione presente e trasmetterla alle generazioni future. In questo approccio, lo sviluppo turistico non è un obiettivo centrale, ma uno strumento per raccogliere le risorse economiche necessarie e deve rimanere comunque compatibile con la tutela dei beni.
Dal 1972 ad oggi, la Convenzione del Patrimonio Mondiale dell’Unesco ha riconosciuto 897 beni culturali, 218 naturali e 39 culturali e naturali in 167 paesi del mondo. Gli Stati membri (vale a dire gli Stati che hanno aderito alla Convenzione) hanno affrontato notevoli sforzi per preservare, amministrare e promuovere i siti, così come l’UNESCO ha garantito un supporto molto importante, attraverso i suoi organi consultivi costituiti da esperti e la pubblicazione periodica di linee guida e buone pratiche. Nonostante ciò, ci sono molte domande che rimangono senza una risposta chiara: l’impatto dell’iscrizione nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO ha la stessa portata in tutte le economie? Questo impatto è sempre positivo? Quali sono le policy più efficaci per proteggere i siti e diffonderne la conoscenza? Quali sono i requisiti finanziari minimi? (…)
Osservatorio regionale della Cultura. Nota 4/2024 | di S. Iommi
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